Venerdì 13 Giugno 2014, una data da film horror, è invece il giorno in cui sistemi di telecomunicazione sparsi per il mondo hanno subito un black-out elettromagnetico a causa di un Solar Flare, terzo di una serie già prevista dalla Nasa.

Ecco un grafico per farci capire dell’entità del problema.

6AM USA TIME FRIDAY 13 SOLAR FLARE

100% DOWNTIME WIND, 21% BLACKOUT VERIZON USA – Il grafico indica i problemi di rete che hanno portato al 21% del Black Out per Verizon, il carrier americano che alle 5 AM americane, circa le nostre 11 del mattino di Venerdì 13. In America non è stato l’unico servizio a manifestare problemi di blackout. Da noi lo stesso fenomeno ha causato il 100% del down-time di Wind per almeno 5 ore. Perchè da noi il 100% lo vediamo tra qualche paragrafo.

CAMPI ELETTROMAGNETICI E UN “MINI-MAX” FLARE – La NASA studia molto da vicino e attentamente il comportamento del sole. Esplosioni di plasma sul sole emettono radiazione che per la maggior parte delle volte ricadono sul sole stesso per via della forte gravità, e, anche quando viaggiano verso l’universo circostante, investono pianeti e lune senza causare troppi problemi.
Il problema è quando sul tragitto ci sono apparecchiature che funzionano elettronicamente. Un campo magnetico che varia di intensità che attraversa un materiale conduttore di qualunque genere esso sia, produce un campo elettrico che si propaga nello stesso. Se il conduttore è un’apparecchiatura che non è pronta a gestire tali sbalzi elettrici, essa va in corto circuito e smette di funzionare, se siamo fortunati. Più l’angolo di impatto tra il campo magnetico e il conduttore è vicino ai 90°, maggiore è il campo elettrico prodotto.
La NASA ha registrato tutti i flare di questi giorni, annunciando che quello di Venerdì 13 poteva essere “il più fastidioso della serie”, seppur classificandolo come un “flare mini-max” ovvero uno di quelli a più bassa intensità degli ultimi 10 anni di attività del Sole.

solar-flare-10-giugno-2014-nasa

FLARE DI CLASSE x1.0 IL COLPEVOLE – Il colpevole del blackout di Wind /Infostrada è un solar flare di classe x1.0. Questo è il flare del 10 giugno. Una particolare esplosione nucleare classificata dalla Nasa con X1.0, ovvero un tipo di radiazione “STRONG” che può provocare sulla Terra ampie aree di blackout alle trasmissioni radio, per almeno 1 ora dalla parte della Terra esposta al Sole. Inoltre i segnali di navigazione di bassa frequenza posso subire disturbi.

PERCHè DA NOI IL 100% DI BLACKOUT E IN USA SOLO il 21%? – All’ora dell’impatto con il Flare, l’Europa era quella più esposta al Sole; se il 21% di Verizon ha subito un Blackout, dovete pensare che per loro erano “solo” le 6 del mattino, quindi pensate a che cosa poteva essere se da loro fosse stato mezzogiorno come da noi. Inoltre in Europa, l’Italia è sicuramente più esposta della Svezia e, poichè non avremo mai report e dati dai carrier all’equatore (forse Wind potrà avere qualche report dalle sue partnership africane, ma di difficile accesso), pertanto ci terremo questo primato “naturale”, ovvero il primato di essere stati quelli tecnologicamente più avanzati e più esposti al flare “mini-max” del 13 Giugno 2014.

SERVER DOWN, HELP! – Non vorrei essere stato un tecnico di Wind-Infostrada. E’ già un panico quando un Server ha dei problemi, figurarsi quando i problemi non sono controllabili. Forse con qualche gabbia di Faraday in più sugli edifici avremmo potuto evitare qualcosa, ma non certo i satelliti. Come ogni problema, ce ne deve accadere uno serio per poi decidere di sistemarlo. E magari ora qualcuno seguirà maggiormente i “news feed” della NASA.
Inoltre mi piace pensare che, di tanto in tanto, la natura ci ricorda chi comanda nell’universo, anche se noi stessi, vorrei ricordarle, siamo una sua (buona) invenzione.

Al prossimo flare… forse?
Adios.