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uSwitch, un arbitraggiatore d’oro compra Kelkoo

Alla fine Yahoo! ce l’ha fatta, ha venduto Kelkoo, sovrastimato al momento dell’acquisizione (piu’ di 450 milioni di euro) e venduto per 100 milioni oggi agli ex manager di uSwitch, un arbitraggiatore dal bilancio d’oro, societa’ inglese che compra e rivende servizi, migliorandone la vendibilita’, l’offerta e il confronto.

ARBITRAGGIATORE D’ORO E PAPA’ ESPERTO – uSwitch e’ della Scripts Networks Interactive (NYSE:SSP), quelli di Shopzilla, quelli di BizRate, gente esperta che e’ da parecchio sul mercato dello shopping con idee nuove e ben fatte; guarda caso ne parlavo qui poco tempo fa a seguito di un ottimo quarter e per dare merito a Shopzilla di essere uno dei pochi shopping comparison ad attraversare la tempesta degli ultimi mesi nel modo migliore (non come Shopping.com di eBay ad esempio).

Shopzilla e’ un vero e proprio shopping comparison di qualita’, produce offerte fatte per essere confrontate e non modifica la pagina dei risultati di ricerca per mostrare quello che paga di piu’ per primo, come invece fa Kelkoo.

Benche’ uSwitch e Shopzilla siano aziende ben distanti (fiscalmente e fisicamente, papa’ a parte), e’ probabile che i nuovi amministratori di Kelkoo vogliano portare un pò della loro esperienza in casa Chappaz, l’ex-CEO di Kelkoo.

KELKOO NUMERO UNO IN EUROPA ANCORA PER QUANTO? – Kelkoo e’ il numero uno per lo shopping comparison in Europa, ma negli ultimi anni un prodotto obsoleto e un modello di business qualitativamente discutibile lo hanno offuscato e lasciato andare alla deriva. Complice Google che spesso toglie traffico a chi da’ fastidio e quindi anche a Kelkoo in questi anni, altri motori di confronto ne hanno approfittato e creato marketplace equivalmente e piu’ promettenti, come lo stesso Ciao.com, acquistato poi da Microsoft poco tempo fa.

AUTONOMIA PER KELKOO E TRAFFICO PAGATO A YAHOO! – Ora che cosa succeda tra Yahoo! e Kelkoo sara’ da vedere. Il 30% del traffico e’ di Yahoo! e Kelkoo praticamente non lo paga. E’ probabile che Yahoo! chieda un revenue share su quanto Kelkoo produce grazie a Yahoo!. Inoltre, a uSwitch non interessa solo lo Shopping Comparison ed e’ probabile che voglia introdurre anche nuove linee di business di confronto servizio e non solo confronto prodotti.

Chappaz assicura che la societa’ Kelkoo crescera’ in autonomia, ma questa e’ la solita frase che si dice in fase di vendita/acquisizione, poi e’ solo questione di quanto veloce si voglia integrare le due societa’.

Eppure Kelkoo sta facendo una mossa giusta, il cash back. Il cash-back e’ quel modo di risparmiare comprando prodotti, perche’ parte del prezzo te lo rende indietro il negozio. Con capitali nuovi da parte di uSwitch, e’ possibile che tale attivita’ divenga veramente un buon tornaconto e diventare un nuovo Kelkoo. Per ora per SSP nessun entusiasmo e nessuna press release ufficiale e titolo a -14% oggi, ma per altri motivi che purtroppo conosciamo.

Shopzilla, +14,7% Q3 2008; Shopping.com male.

Shopzilla, shopping comparison di Scripps Networks Interactive Inc., societa’ americana specializzata nello shopping online e offline, autore in origine di BizRate e del piu’ recente uSwitch.com, il sito che arbitraggia sui servizi d’uso e consumo giornaliero come gas, acqua, telefono, mutui etc, riporta una crescita del 14,7% per il Q3 2008 rispetto al Q3 2007, per un totale di 62 milioni di dollari di fatturato.

Secondo quanto riportava eBay pochi giorni prima per Shopping.com, un crollo delle revenues descritto nella call di eBay come “This business decelerated sharply in Q3, impacting marketplace’s revenue growth by about a point” dando la colpa ai motori di ricerca.

SHOPZILLA, TRAFFICO IN AUMENTO – Eppure Shopzilla giustifica il maggior fatturato grazie alla crescita di traffico, a significare che quello che ha impattato Shopping.com e’ stato un evento abbastanza specifico, come gia’ descrivevo in questo post precedente su Google e Shopping.com

E’ chiaro che Shopping.com e’ stato penalizzato per la scarsa qualita’ offerta dalle pagine di ricerca, spesso focalizzate a mostrare pubblicita’ o risultati delle aste su eBay piuttosto che prodotti, core business della stessa societa’. Quando tali pagine sono ritenute di scarso interesse per gli utenti di Google, questi rimuove le pagine oppure ne alza il costo per stare in Adwords con una conseguente crisi di traffico per il sito di destinazione.

E’ Shopping.com uno dei riferimenti per lo shopping comparison, sia per la usability che per il modello di business, eppure la mia sensazione e’ che in questi ultimi anni esso ha solo perso qualita’ e diminuito la propria leadership. Forse e’ ora il caso di guardare ad altri shopping comparison, piu’ innovativi e interessanti.