Originalmente nati come HaaS “hardware as a service” e SaaS “Software as a Service”, il cloud computing e’ la convergenza delle architetture hardware e software che permettono di elaborare dati, raccogliere dati, dare dati in modo distribuito.

In parove povere, Clound Computing e’ il servizio che viene distribuito in reti locali o mondiali per migliorarne l’utilizzo da parte degli utenti. Nato nel 1999, oggi l’esempio piu’ classico e’ la Search di Google: il servizio e’ il piu’ vicino possibile alla tua adsl per massimizzare la sensazione di velocita’ del servizio.

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E’ normale infatti imputare al servizio un disservizio della rete che ci collega ad esso. Tale comportamento dovuto alla latenza di una rete o alle applicazioni che usiamo per navigare spesso trasferiscono al servizio la sensazione di poverta’ dell’offerta. E’ facile, insomma, dare la colpa al servizio finale anche quando in realta’ esso non ha nessun problema, ma lo ha qualcosa tra noi e loro. Una pagina web che si blocca e la colpa e’ del sito web, quando magari e’ un plugin di Flash o Java malfunzionante o la rete di Alice adsl lenta a risolvere gli IP per collegarsi.

Per questo il Clound Computing trasporta il piu’ vicino possibile all’utente il servizio desiderato. IBM, Microsoft, Google con il superbo progetto Google App Engine, Amazon nomi sulla bocca di tutti. Con Amazon, che per prima tenta di portare il servizio a piu’ utenti possibili, attraverso le AWS (il servizio a pagamento di Amazon per gli sviluppatori) e’ possibile dare anche una propria FOTO e chiedere ad amazon di darla agli internauti attraverso il loro servizio di cloud computing. Se un giapponese visualizzera’ la vostra foto, la ricevera’ da server in giappone, se e’ un tedesco, da server di Francoforte. Costoso per i piccoli, efficace per i grandi.

IL CLOUD COMPUTING DI APPLE – Quando Apple presento’ AppStore, il servizio di iTunes per distribuire le applicazioni di iPhone, una riga tra le slide del keynote di Jobs recitava “Fastest Delivery Worldwide”; questa riga sottolineava come AppStore avrebbe massicciamente utilizzato una tecnlogia Cloud Computing per distribuire le applicazioni iPhone nel mondo. Questo significa che quando siete su iTunes di un PC o su AppStore direttamente dall’iPhone e scaricate una applicazione, questa sara’ trasferita nel tempo minore possibile.

Il fatto che le applicazioni di iPhone (e anche la musica di iTunes) vi vengano recapitate alla massima velocita’ e’ fondamentale per associare al servizio la sensazione di “Velocita’”. E’ importante per il successo dello stesso.

Per questo Apple fa uso di tecnologia Software e Hardware as a Service per iTunes.

La disponibilita’ di banda larga permettera’ a questi servizi di diventare sempre di piu’ utilizzati e utilizzabili. Nei videogames, sono state annunciate importanti operazioni di digital download. Benche’ nel 2009 e’ previsto che solo il 2% del mercato del Gaming sara’ venduto tramite digital download, la distribuzione di applicazioni e media tramite reti sara’ sempre piu’ attuale.

Quando Apple e Google annunciano di voler costruire proprie farm, la notizia anni fa non associava immediatamente alla necessita’ di poter deliverare velocemente non solo pagine web, ma anche applicazioni e musica.

NON TUTTO E’ MUSICA – Parallelamente alle applicazioni e alla musica di iTunes, Apple sta giocando un’altra delle partite secondo lo stile di “Jobs”. Con l’esperienza fatta in Disney-Pixar e con le porte (quasi) spalancate dopo il successo di iTunes, e’ facile per Jobs ipotizzare un business plan che coinvolga le major cinematografiche per la distribuzione dei film e delle serie TV anche su iTunes. Be’ lo fa gia’, ovviamente. In iTunes USA e’ stato appena annunciata la disponibilita’ di film e serie in formato HD (High Definition).

Distribuire film (in HD) non e’ proprio come distribuire file audio o applicazioni iPhone di 10 megabyte. E’ vero che ci sono applicazioni di 100 megabyte gia’ su iTunes, ma la media e’ di 10 megabyte.

Quando si parla di “acquistare” una serie TV in HD da iTunes, vuole dire accedere da 300 a 900 megabyte di dati da scaricare. Se volete scaricare un film in HD magari con audio 5 canali, si parla di almeno 3 o4 gigabyte. Se per la musica bastava vincere lo scetticismo delle major, per i film c’e’ un problema di delivery dei media.

TECNOLOGIE HARDWARE PROPRIETARIE PER LA DISTRIBUZIONE DI SOFTWARE – E’ OnLive, il servizio di distribuzione dei videogiochi online che si annuncia come “il futuro di internet” e sostenuta addirittura da Steven Spielberg, la prima azienda che vuole trasferire dati (videogiochi in questo caso) in una nuova modalita’ composta da tecnologie di compressione proprietarie e streaming parziale dei giochi.

Forse per questo Apple, da anni avida accentratrice di tutti i nuovi film in uscita al formato proprietario Quicktime MP4 e recentemente indaffarata ad assumere ingegneri AMD, puo’ voler pensare ad una propria tecnologia di compressione hardware che permetterebbe di distribuire applicazioni di megabyte o film di gigabyte in meta’ tempo, di diventare la piu’ grande scatola di distribuzione digitale e di aumentare il valore dei propri macbook e desktop (o iPhone e media TV vari che si inventera’) con il semplice fatto che possono vedere i film… meglio e piu’ velocemente cosi’ come iPod fu per la musica.