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Facebook 250 milioni di utenti, what’s next?

250 milioni è il numero di utenti registrati di Facebook. La società di San Francisco vale oggi circa 10 miliardi di dollari, valore calcolato dopo la recente raccolta di 200 milioni di dollari dalla Digital Sky Technologies russa.

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FACEBOOK VALE 10 MILIARDI DI DOLLARI – 10 miliardi di dollari (10 Billions USD) per una società che prevede di fatturare circa 500 milioni di dollari nel 2009, 20 volte meno di quanto si è auto valutata, e il CEO Mark Zuckerberg prevede “billions in revenues” entro cinque anni da oggi, quindi una crescita di almeno 4 volte il fatturato.

Chiunque a questo punto dovrebbe volere una IPO di Facebook.

Il valore della società è indirettamente confermato da Facebook stessa che nel tentativo di acquistare Twitter per 500 milioni di dollari aveva valutato se stessa per circa 8b$ (8 USD Billions), 2 in meno del recente calcolo, ma la Twitter non riteneva corretto nessun valore oltre i 4b$.

Lo spaccato delle Revenues di Facebook H1 2009  ci dice che:

  • 125 milioni di dollari dai cobrand
  • 150 milioni dall’accordo con Microsoft (adcenter)
  • 75 milioni dai servizi
  • 200 milioni dal content match proprietario (gli ads testuali gestiti da Facebook direttamente)

ALLA CONQUISTA (COPIA) DI TWITTER – Dopo il mancato acquisto di Twitter, Facebook sta velocemente clonando tutte le opzioni che rendono Twitter uno strumento unico ad oggi, soprattutto le molteplici capacità che Twitter offre alle aziende e che invece mancano in Facebook, meno B2B oriented, sperando di limitare la crescita del primo tra le Fortune 500 aziende.

Se spacchiamo in 2 le revenue di Facebook, 125+200 sono revenues da Pubblicità gestita da Facebook stessa, 150 dal deal con MS e 75 dai servizi, il “paying user”. In percentuale, 13% dagli utenti, 59% da se stesso e 28% da Microsoft. Deludente il 13% dagli Utenti, ma si sa che quello che conta è il banner o il text link.

Twitter, molto piu’ giovane nel revenue model, con un decimo degli utenti di Facebook di oggi previsti per fine 2009, ad oggi ha un’unica revenue stream. Sorpresa, Microsoft.

Parecchi servizi B2B a pagamento (addon) verranno introdotti in Twitter, ma ad oggi la società guadagna solo dall’accordo con Microsoft con un deal a Revenue Shares tale da generare per l’H1 del 2009 circa 500,000$, ovvero 0.5 milioni di dollari, 300 volte meno dell’equivalente accordo di Ms in Facebook. Visto che il prodotto Microsoft si basa su di un bid medio identico per i due market place, la differenza è sicuramente nel diverso numero di utenti (1 a 10) e soprattutto nel diverso modello di advertising (piu’ invasivo in Facebook, ancora sperimentale in Twitter tale da generare in Facebook 30 click paganti per ogni utente di Twitter, il che è abbastanza ovvio se si osservano i due tipi di portali).

I forecast delle due aziende sono ovviamente molto aggressivi, ma indubbio è che il 75% delle loro revenues sarà Text advertising e Cobrand anche tra 5 anni, di cui oggi il 30% da un partner esterno come Microsoft.

WHAT’S NEXT ? – Quanto è appetitoso un servizio come Facebook?

E’ la stessa Microsoft a non voler perdere l’opportunità di scalare il servizio di Facebook nel caso si ripetesse una seconda MySpace (con il senno di poi direi fortunatamente evitato per Microsoft). Ed è per lo stesso Zuckerberg di Facebook sperare che prima o poi qualcuno voglia far valere davvero 10$b un’acquisizione da parte di qualche “gigante”. E’ lo stesso CEO di Facebook che dichiara di avere già rifiutato parecchie PA, ma per quanto? Dopotutto quei 250 milioni di utenti fanno solo il 13% delle revenues, mentre il resto è ADS, un business che altri sanno fare molto bene. Inoltre quei 250 milioni di utenti potrebbero abbracciare facilmente una servizio mail come Hotmail, Gmail o Yahoo mail se solo l’avessero a disposizione, mentre ad oggi Facebook è “solo” una grande piattaforma “social”.

MAIL REINVENTED BY GOOGLE (o Yahoo?) – Con Google Wave, Ancora una volta, è lo stesso Google a ricordare a tutti quanti che la killer application è la mail e niente altro (search a parte). Non è gTalk, non una chat migliore, non è gChat, uno scambio foto o un social bookmarking. Però non e’ neanche gMail come la conosciamo oggi.

La killer application del futuro e’ la mail con le funzioni di social sharing integrate […] — e tutto alla velocità di Google.

La killer application del futuro e’ la mail con le funzioni di social sharing integrate, dove una piattaforma come Facebook e una come gMail sono completamente integrate, dove chattare e mandare mail sono la stessa cosa, dove un profilo o un messaggio sono accessibili nello stesso modo, dove un feed e una discussione sono la stessa cosa, le foto si draggano, la musica si condivide insieme ai propri amici — e tutto alla velocità di Google.

Questo ci sta dicendo Google. Il futuro della mail e’ la mail. Perche’ chattare fuori dalla mail? Perche’ un profilo se non e’ nella mia mail? Perche’ non posso taggarti, mandare e vedere foto e amici e gruppi di fan direttamente dalla mia gMail?

Con questa prospettiva, Microsoft e Yahoo devono pensare a come trasformare se stessi nella stessa direzione e non disperdere i servizi e farli crescere da soli. Infatti e’ Yahoo! 360 che chiude e migra rifatto dentro Yahoo! mail, ma ancora come molte limitazioni e preistoriche opzioni di condivisioni (ad esempio lo scambio foto e’ un link a flickr.com e non una vera integrazione ajax, ma qualcosa si muove di certo in Yahoo! mail; basta andare a vedere che cosa fa Xoopit appena acquistata dal colosso di Sunnyvale).

Microsoft risploverebbe un po’ di successo per la sua mail — che tra i tre colossi è come sempre quella meno innovativa e senza idee chiare  — e parecchie impression per Adcenter con una community stile Facebook, magari riciclarne la piattaforma Ajax per integrarla sui portali MSN un pò troppo pesantini in certe cose. Search a parte è l’acquisizione che potrebbe interessare di più.

Questo Facebook da solo farà sempre piu’ gola, ma 250 milioni di utenti e quelle impression sono un valore unico per chi ha mail e ha parecchi clienti sul content advertising e chi meglio di Google, Yahoo! o Microsoft sanno farlo? Facebook stessa? E’ possibile, se si arroccherà in difesa come ha fatto Yahoo! per la Search.

Esperimenti nella Serp di Google, Post di Blog e Forum promossi troppo?

Mentre il social networking, le cloud application e le community wiki diventano sempre più tema di discussione e di analisi, la search, intesa come il fatto di dare risultati di ricerca dopo avere immesso una qualunque parola chiave, sembra venire messa da parte come se fosse un’applicazione “data per assoldata” e “matura”.

Anni fa Yahoo! fece più o meno la stessa considerazione.

ESPERIMENTI NELLA SERP DI GOOGLE SEMPRE PIù POPOLARI – Per Google non sembra proprio così, invece. Ci sono alcuni esperimenti che già avrete notato nella SERP degni di qualche commento, e ci sono alcune osservazioni complessive sull’approccio alla qualità di Blog e Forum da considerare più approfonditamente.

Avrete notato che su alcune pagine di ricerca di Google appare ora la possibilità di eliminare un risultato di ricerca dalla propria Serp, di indicare a Google che dovrebbe occupare una posizione più elevata e di lasciare commenti come se ci si trovasse in un wiki (la piattaforma stile wikipedia per intenderci).

Tutto questo verrà pesato da Google nelle prossime settimane per stabilire se le informazioni raccolte devono rimanere a livello di browser, di utente, o di universo se fosse il caso di aggregarle e renderle di dominio pubblico. Dopo tutto la licenza che si accetta con Google permette tutto questo.

Se la search siamo noi è una delle domande a cui Google sembra dare risposta con questo esperimento.

TROPPI BLOG E TROPPI FORUM PROMOSSI DA GOOGLE – Ma nello stesso tempo c’è un fattore organico di qualità nei risultati di ricerca che a mio avviso dovrà essere mitigato da parte di Google, se non modificato. C’è la tendenza di promuovere oltre modo i messaggi dei forum, i post dei blog e le pagine di commento sui siti web, piuttosto di promuovere siti ufficiali, pagine di specifiche tecniche anche vecchie o semplicemente descrizione di servizi o prodotti. C’è la tendenza a promuovere la “freschezza” dei risultati dei post alle pagine “vecchie” dei siti più commerciali e autoritari.

Non è facilmente replicabile, ma se cadete in una di queste ricerche, vi assicuro che la vostra “experience” di ricerca diventerà pessima, anche perchè la qualità grafica e la chiarezza dei forum è spesso minima e quasi sempre il post non è immeditamente identificabile. Per i blog, bè, è chiaro che se il blog è generico, intorno al vostro post da leggere troverete parecchie informazioni e collegamenti di altri argomenti poco interessanti e avrete pertanto la sensazione di essere in un sito poco rilevante e comunque poco specifico sull’argomento che cercate.

Qualcuno classifica anche gli stessi post dicendo che un messaggio con più risposte verrà promosso in modo migliore da parte di Google. Google non dice nulla al proposito, per la cronaca. Questo tipo di classificazione è come stabilire che “più si parla e più è rilevante il messaggio legato all’oggetto della discussione”, ma James Surowiecki dice nel suo libro “Wisdom of Crowds” che quantità significa qualità solo in determinate e chiare condizioni spesso non presenti nelle discussioni e nei gruppi di persone “generici” (vedi qui per alcune considerazioni sui social network). Pertanto la probabilità che un post con parecchi commenti sia di minor qualità di un post senza risposte è elevata se pensiamo ad Internet e in questo momento tale fattore sembrerebbe essere ignorato (per questo motivo ritengo che Google non possa pesare i post in base al semplice numero di risposte se prima non trova un modo di classificarne l’utenza).

Se la search saremo noi, allora presto Google potrà stabilire quando un loro esperimento starà dando buoni risultati e risolvere velocemente i degradi di qualità dei risultati come quello dell’esagerata promozione dei post dei blog e dei post dei forum nelle pagine di ricerca di alcune situazioni odierne. Alcune analisi saranno sempre e comunque di Google perchè sono i numeri a dargli le risposte, però uno di quei numeri da oggi siamo noi.