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Lucasarts verso il fee-based online gaming con Star Wars

Sith o Jedi? So gia’ che molti di voi vogliono stare dalla parte malvagia dei Sith!

3500 anni prima di Luke Skywalker, oggi la californiana Lucasarts (quelli di Star Wars, di Monkey Island) e la canadese BioWare (quelli di Baldur’s Gate e Mass Effect) annunciano “Star Wars: The Old Republic” un gioco di ruolo online in tempo reale basato ovviamente sulla storia di Guerre Stellari.

LA STORIA FA LA DIFFERENZA – E’ proprio il co-fondatore di BioWare, societa’ di Electronic Arts, Ray Muzyka a sottolineare che a differenza di tutti i giochi di ruolo online oggi disponibili – come World of Warcraft o Warhammer – e’ proprio la storia a fare la differenza in questo gioco. L’interazione tra giocatore e storia sara’ molto piu’ evidente e coinvolgente e, sempre secondo Muzyka, non si svolgeranno missioni senza saperne il motivo.

Le poche immagini mostrano i tipici paesaggi alla Guerre Stellari con Jedi che combatto e Spade Laser che si scontrano. Pochi i dettagli e nessuna data di rilascio.

FEE BASED ONLINE GAME – Sul modello del successo di Blizzard-VIvendi, World of Warcraft, anche Star Wars The Old Republic sara’ un gioco on-line a pagamento mensile. Si potra’ scegliere di essere i buoni Jedi oppure i cattivi Sith (anche se un Sith buono potra’ esistere comunque), di giocare con migliaia di altre persone contemporaneamente e di avere un proprio compagno, come e’ stato Chewbacca per Han Solo.

Con l’arrivo di Lich King di Blizzard e sempre piu’ segnali positivi dall’online gaming (si parla di un 10% delle revenues del settore – ovvero 1,1 miliardi di dollari per il 2008 per l’intero settore on-line, Asia compresa), e’ ora che Lucasarts si giochi il suo prodotto piu’ prestigioso per entrare in questa “arena”. 

Personalmente dalle immagini rilasciate vedo pochi dettagli degli ambienti del gioco; visto che sono dei mondi virtuali, spesso gli utenti si aspettano veramente di interagire con qualunque cosa, oggetti e ambienti e non solo di fare missioni o crescere il proprio personaggio.

Tanto lavoro da fare e molti fan ansiosi di vivere personalmente le scene fino ad oggi viste solo nei film.

E’ LA RINASCITA DI LUCASARTS? – Lucasarts, un’etichetta prestigiosa di Lucasfilm Ltd. di George Lucas, annuncio’ l’anno scorso una ristrutturazione a seguito di alcuni anni di poco successo e di progetti mediocri. Dopo tale cambiamento, Lucasarts annuncio’ di volersi focalizzare su pochi titoli, ma di estremo e longevo valore. Dopo il recentissimo e ottimo Star War Il – Potere della Forza, primo titolo della “rinascita”, oggi entra nel lucrativo mondo della paid subscription insieme a BioWare, societa’ capace di produrre elevata qualita’ il cui Mass Effect, gioco di fantascienza pubblicato da Microsoft, e’ finito sul tavolo del produttore Avi Arad, ex CEO di Marvel.

Electronic Arts e il nuovo online business model

Electronic Arts e’ ad oggi il piu’ grande distributore di videogiochi nel mondo. Anche il merge tra Blizzard e Vivendi non e’ riuscito a spodestare il trono del colosso di Redwood City, benche’ Blizzard-Vivendi oggi disponga della mucca piu’ grassa, World of Warcraft, un gioco che oltre a pagarlo per averlo, chiede poi una fee mensile ai milioni di utenti che ogni giorno vogliono giocare online in gilde di personaggi con obiettivi comuni.

Blizzard (che ha inventato World of Warcraft) non e’ la prima ad avere creato questo tipo di giochi, ma e’ sicuramente quella che ne ha creato il modello piu’ vincente. Per dirvi nel 2007 il solo gioco World of Warcraft (WoW) ha generato $1.1 miliardi di dollari di revenues e $520 milioni di profitto. Nel Q1 del 2008 Blizzard ha gia’ generato 296 milioni di dollari di fatturato.

Electronic Arts e’ invece la casa che vi porta tutti i giochi sportivi, come FIFA SOCCER o NEED FOR SPEED per intenderci, lavora con contratti pluriennali con stelle dello sport e con esclusive di brand come la FIFA stessa ad esempio, l’NHL etc.

Electronic Arts (EA) prevede di fatturare 3,9 miliardi di dollari nel 2008 e ha in serbo una serie di super titoli per la fine dell’anno, benche’ il giovanissimo gioco SPORE del geniale Will Wright (quello che ha inventato SimCity) non sembra all’altezza delle aspettative benche’ sia dritto dritto tra i nomi dati agli azionisti dei giochi che giustificano quei quasi 4 miliardi.

Ma Electronics Arts e’ indietro per i servizi online, la parte “Internet” e’ solo una voce di 170 milioni di dollari nel forecast del bilancio 2008 e alcuni precedenti progetti non hanno avuto il successo di WoW.

Eppure quest’anno EA ha dichiarato che in 5 anni le revenues della parte online saranno almeno il 50% del fatturato dell’azienda, cioe’ 2 miliardi di dollari, un cambiamento che non ha precedenti.

L’attivazione del modello “premium services” per chi gioca online avverra’ con un gioco chiamato Battlefield Heroes, il seguito di un gioco di guerra multiplayer degli anni precedenti venduto (con successo) al prezzo di copertina, ma che offre tuttora un servizio online multiplayer gratuito. Il nuovo modello invece capovolge le regole. Il gioco e’ gratuito, non ha nulla da invidiare ai suoi predecessori o competitor, anzi e’ migliore e continuamente refinito nelle mappe e negli scenari di guerra, eppure chiedera’ una fee per giocare online con gli altri.

E’ come se voi comperaste la vostra prossima console, la Xii, la pagaste solo 10 euro, ma i giochi fossero designati per giocare tutti online e il costo per accedervi e’ a pagamento.

Nella dichiarazione EA non lo dice, ma in Battlefield 2142, il gioco precedente a Battlefield Heroes (che ancora non e’ uscito), erano state inserite parti del gioco vendute ad esterni. Il sistema era in grado di capire la provenienza dell’utente e proporgli un relativo messaggio pubblicitario.

Fu un esperimento da 23 milioni di dollari di fatturato netto, in Italia non funzionava per mancanza di clienti, e l’azienda intermediaria era la Adscape Media.

EA pensa di unire il modello premium/free game all’advertising in game per studiare come uno spot in-game possa permettere ad EA di guadagnare di piu’ e magari agli utenti di pagare di meno i giochi. Per ora nel vecchio modello di business in cui compri il gioco e paghi 59 euro, la pubblicita’ intorno al gioco non mancava di certo, ma i vantaggi erano solo per la casa distributrice.

Be’ che dire, e’ un modello sicuramente rivoluzionario. Poter avere un top game senza pagarlo e’ il sogno di chiunque, poterlo magari giocare in modalita’ normale e pagare per giocare in rete puo’ essere un modello vincente se il gioco stesso e’ in grado di creare “Social”.

Infine lo spot targhetizzato che faccia diminuire il costo per l’utente e’ un’altra svolta, ad oggi ancora assente ad esempio nel colosso WoW.

Ma che strano… Spot Targhetizzato per gli utenti? La pubblicita’ che guardata ti fa diminuire il costo del servizio? L’uso gratuito, ma poi mi paghi tutti gli altri servizi? Sicuro che stiamo parlando di … VIDEOGAMES? Perche’ non mi sembra lontanto dai modelli dei nostri amici Google e Yahoo, anzi, sono cosi’ simili che quella Adscape Media di cui vi dicevo, be’ l’anno scorso e’ stata comprata da… indovinate un po’ … Google.

Guarda la discussione su Spore.
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