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Electronic Arts, digital business +800% in due anni!

Riccitiello, CEO di Electronics Arts, il piu’ grande distributore di video games al mondo, dopo Vivendi-Blizzard, aveva preparato i propri investitori a una loss attesa per il 2008. Con il Q1 2009 terminato, la perdita di EA e’ stata infatti di 454 milioni di dollari per il precedente anno fiscale (marzo 2008-marzo 2009). E i 1100 posti tagliati già annunciati.

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DIGITAL DOWNLOAD E PAY-PER-PLAY NEL FUTURO DI EA – Ma EA si sta riorganizzando gia’ da parecchio tempo, dopo aver capito che troppi giochi costano qualita’ e revenue, ha preferito distribuire meno titoli, ma di maggior spessore e soprattutto sta spostando aggressivamente la distribuzione dei giochi al digital download, rafforzando inoltre un modello di business pay-per-play che alle prime analisi e’ parecchio promettente.

Solo pochi anni fa, le micro transazioni e download digitali generavano 50 milioni di dollari per EA. L’anno fiscale passato ha visto generare invece ben 400 milioni di dollari, una crescita di quasi 10 volte e si parlava solo di 140 milioni di dollari dell’anno prima.

E’ un modello che verra’ pesantemente reso disponibile per fine anno con una serie di titoli, come Battlefield Heroes, Battlefield 1943, o gia’ rilasciati da poco come Battleforge, Fifa soccer 2009, PGA Tour Golf, e altri titoli di EA Sports.

PAY PER PLAY, NON PAGO IL GIOCO MA PAGO MENTRE GIOCO – Come funziona? La gente paga poco il gioco (o è pure gratuito) e lo scarica via Web. Poi puo’ pagare per avere armi aggiuntive, oppure il completo della propria squadra del cuore o accessori e gadget virtuali, come per il mondo di The Sims 3 oppure per le magie di Harry Potter, l’ultimo gioco rilasciato da EA e gia’ primo nelle classifiche di vendita da 5 settimane.

Solo per Fifa 2009, un add-on di terze parti ha generato 10 milioni di dollari di vendite aggiuntive nelle prime sei settimane dal rilascio per la versione Xbox360 e Ps3!

In Sud Korea, Fifa Soccer Online genera 1 milione di dollari al mese dalla vendita di uniformi, scarpette e altri extra per i proprio giocatori virtuali!

DIGITAL DOWNLOAD E LA PIRATERIA – Ma non solo. La distribuzione digitale e il digital pay-per-play risolve anche un altro problema per EA.

Con l’uscita di The Sims 3, il 2 giugno 2009, la copia pirata del gioco fu scaricata 180 mila volta addirittura prima che uscisse il gioco in maniera ufficiale. Con il Digital Download EA ha rilasciato subito una serie di add-on per il gioco disponibili solo online tali da rendere il gioco “piratato” assolutamente limitato e obsoleto. Inoltre oggi, gli utenti registrati accedono ad una serie di caratteristiche aggiuntive per il gioco sempre nuove, gratuite o a micro-pagamento, tali da rendere il gioco molto più longevo e competitivo (e lucrativo direi).

STEAM, L’ARTEFICE DEL DIGITAL DOWNLOAD – Riccitiello era stato anche criticato di essere lento ad entrare in questo settore. La distribuzione digitale e’ stata resa popolare dai concorrenti di EA, uno per tutti dalla Valve con il sistema di distribuzione digitale online chiamato Steam, il quale continua ad aggiungere etichette sempre piu’ prestigiose, per ultima la celebre LucasArts della Lucasfilm, quelli di Guerre Stellari, insomma.

E LucasArts ha annunciato di ditribuire tutti i suoi vecchi giochi per PC attraverso Steam, in modo che chi non ha avuto la possibilita’ di giocare ora puo’ farlo agilmente e senza problemi di distribuzione. E’ come per iTunes con il quale la musica “vecchia” diventa facilmente accessibile tanto quanto quella nuova, cosa che non succede in un negozio “brick” dove c’e’ solo una scelta limitata alle novità.

UN REMAKE DI LUSSO PER IL DIGITAL DOWNLOAD: MONKEY ISLAND IS BACK – E per gli amanti delle avventure, Lucasarts entra nel Digital Download in modo eccelso. Monkey Island non solo e’ stato rifatto in versione digitalmente migliorata, audio e video, col nome di The Secret of Monkey Island Special Edition (anche per iPhone n.d.r.), ma una serie di NUOVE avventure inedite saranno distribuite dallo sviluppatore Talltale, sotto supervisione di Ron Gilbert in persona, inventore dei personaggi dell’avventura come Guybrush Threepwood,  — Gilbert ai tempi uscì da Lucasarts al terzo episodio, ma rimase detentore del copyright sulla serie –, la cui prima e’ gia’ disponibile con il nome di Tales of Monkey Island:  the Screaming Narwhal, sull’autentica riga della comicita’ ed eleganza di una volta.

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Electronic Arts: 2 milioni di copie vendute per Spore, troppo poco.

Mentre Blizzard, ad una settimana dall’uscita dell’espansione di Warcraft, annuncia di avere 11 milioni di abbonati che giocano ogni mese a World of Warcraft in tutto il mondo, Electronic Arts annuncia di volere licenziare 540 dei propri dipendenti a seguito di un anno che ha portato EA da $61 dollari ad azione a $27 di Venerdi’.


PERDITE MAGGIORI DEL TAGLIO ANNUNCIATO – Ma il taglio e’ ben lontano dal rimettere i 310 milioni di dollari di perdita dell’ultimo Quarter, una perdita che EA attribuisce non solo al mercato, ma anche al fatto che i videogiochi prodotti nell’ultimo periodo stanno generando una margine minore, e aggiunge che gli investimenti fatti dall’azienda per produrre qualita’ e migliorare il metodo di lavoro produrranno effetti solo nel medio-lungo periodo e non subito.

Poco tempo fa, erano gli stessi attori dell’industria del gaming a raccontare agli azionisti che la crisi avrebbe (forse) portato la gente a spendere meno fuori casa e a stare di piu’ a casa a spendere pertanto maggiormente per l’entertainment spiccio, i dvd e i videogiochi.

2 MILIONI DI COPIE VENDUTE PER SPORE – Eppure EA riporta di avere venduto molto meno ad Ottobre, elencando, tra gli altri, solo 2 milioni di copie vendute fino ad oggi per Spore, uno dei principali titoli di quest’anno per EA, insieme a Madden e Fifa 2009.

Eppure il gioco Spore ha un giocabilita’ molto corta, una curva di gioco per tutti, ma annoia velocemente per via della confusa giocabilita’ una volta che si giunge alla fase definitiva dell’evoluzione nel gioco e inizia la colonizzazione spaziale.

MEDIO-LUNGO PERIODO PER GLI INVESTIMENTI DI EA – Il CEO di EA, John Riccitiello, dice che nel medio-lungo periodo la crescita sara’ a doppie cifre per il settore e sottolinea come l’aumento dell’uso di ADSL in casa della gente fara’ crescere l’utilizzo dei giochi e delle console in casa e dei servizi online.

E’ la stessa Electronic Arts a puntare per prima infatti sull’online. Lo disse anche quasi un anno fa con l’intendo di annunciare una rivoluzione del modo di produrre revenues, sempre di più dall’online, advertising e distribution che sia. Eppure gli azionisti non gli danno fiducia e per di piu’ sono infastiditi da questi annunci ripetitivi di un ritorno sugli investimenti sul lungo periodo. Gli azionisti vogliono ritornare prima, sono troppi anni che aspettano. Per questo EA paga la sfiducia e crolla a 27$.

AZIONISTI SCOCCIATI DALLE PROMESSE – Agli azionisti non piace che EA stia spendendo soldi per costruire nuove reti di distribuzioni; 150$ milioni sono andati per creare un sistema di distribuzione digitale online come quello della Valve (Steam) che ha gia’  distribuito fino ad oggi 480 giochi commerciali e milioni di download in tutto il mondo senza utilizzare costosi metodi tradizionali di vendita in box o in negozio.

Non piacciono nemmeno i costosi accordi fatti con MTV e Harmonix per i diritti delle canzoni dei Beatles, benchè il genere Karaoke con Rock Band stia avendo discreti successi, sembra troppo pagare per delle canzoni che forse piacciono meno e costano di più.

Non piace nemmeno che come causa dei margini ridotti si punti il dito al ritardo del rilascio di giochi eccellenti, come Battlefield Heroes e Harry Potter, quest’ultimo per doversi allineare con i tempi di rilascio dell’industria del cinema.

Electronic Arts e il nuovo online business model

Electronic Arts e’ ad oggi il piu’ grande distributore di videogiochi nel mondo. Anche il merge tra Blizzard e Vivendi non e’ riuscito a spodestare il trono del colosso di Redwood City, benche’ Blizzard-Vivendi oggi disponga della mucca piu’ grassa, World of Warcraft, un gioco che oltre a pagarlo per averlo, chiede poi una fee mensile ai milioni di utenti che ogni giorno vogliono giocare online in gilde di personaggi con obiettivi comuni.

Blizzard (che ha inventato World of Warcraft) non e’ la prima ad avere creato questo tipo di giochi, ma e’ sicuramente quella che ne ha creato il modello piu’ vincente. Per dirvi nel 2007 il solo gioco World of Warcraft (WoW) ha generato $1.1 miliardi di dollari di revenues e $520 milioni di profitto. Nel Q1 del 2008 Blizzard ha gia’ generato 296 milioni di dollari di fatturato.

Electronic Arts e’ invece la casa che vi porta tutti i giochi sportivi, come FIFA SOCCER o NEED FOR SPEED per intenderci, lavora con contratti pluriennali con stelle dello sport e con esclusive di brand come la FIFA stessa ad esempio, l’NHL etc.

Electronic Arts (EA) prevede di fatturare 3,9 miliardi di dollari nel 2008 e ha in serbo una serie di super titoli per la fine dell’anno, benche’ il giovanissimo gioco SPORE del geniale Will Wright (quello che ha inventato SimCity) non sembra all’altezza delle aspettative benche’ sia dritto dritto tra i nomi dati agli azionisti dei giochi che giustificano quei quasi 4 miliardi.

Ma Electronics Arts e’ indietro per i servizi online, la parte “Internet” e’ solo una voce di 170 milioni di dollari nel forecast del bilancio 2008 e alcuni precedenti progetti non hanno avuto il successo di WoW.

Eppure quest’anno EA ha dichiarato che in 5 anni le revenues della parte online saranno almeno il 50% del fatturato dell’azienda, cioe’ 2 miliardi di dollari, un cambiamento che non ha precedenti.

L’attivazione del modello “premium services” per chi gioca online avverra’ con un gioco chiamato Battlefield Heroes, il seguito di un gioco di guerra multiplayer degli anni precedenti venduto (con successo) al prezzo di copertina, ma che offre tuttora un servizio online multiplayer gratuito. Il nuovo modello invece capovolge le regole. Il gioco e’ gratuito, non ha nulla da invidiare ai suoi predecessori o competitor, anzi e’ migliore e continuamente refinito nelle mappe e negli scenari di guerra, eppure chiedera’ una fee per giocare online con gli altri.

E’ come se voi comperaste la vostra prossima console, la Xii, la pagaste solo 10 euro, ma i giochi fossero designati per giocare tutti online e il costo per accedervi e’ a pagamento.

Nella dichiarazione EA non lo dice, ma in Battlefield 2142, il gioco precedente a Battlefield Heroes (che ancora non e’ uscito), erano state inserite parti del gioco vendute ad esterni. Il sistema era in grado di capire la provenienza dell’utente e proporgli un relativo messaggio pubblicitario.

Fu un esperimento da 23 milioni di dollari di fatturato netto, in Italia non funzionava per mancanza di clienti, e l’azienda intermediaria era la Adscape Media.

EA pensa di unire il modello premium/free game all’advertising in game per studiare come uno spot in-game possa permettere ad EA di guadagnare di piu’ e magari agli utenti di pagare di meno i giochi. Per ora nel vecchio modello di business in cui compri il gioco e paghi 59 euro, la pubblicita’ intorno al gioco non mancava di certo, ma i vantaggi erano solo per la casa distributrice.

Be’ che dire, e’ un modello sicuramente rivoluzionario. Poter avere un top game senza pagarlo e’ il sogno di chiunque, poterlo magari giocare in modalita’ normale e pagare per giocare in rete puo’ essere un modello vincente se il gioco stesso e’ in grado di creare “Social”.

Infine lo spot targhetizzato che faccia diminuire il costo per l’utente e’ un’altra svolta, ad oggi ancora assente ad esempio nel colosso WoW.

Ma che strano… Spot Targhetizzato per gli utenti? La pubblicita’ che guardata ti fa diminuire il costo del servizio? L’uso gratuito, ma poi mi paghi tutti gli altri servizi? Sicuro che stiamo parlando di … VIDEOGAMES? Perche’ non mi sembra lontanto dai modelli dei nostri amici Google e Yahoo, anzi, sono cosi’ simili che quella Adscape Media di cui vi dicevo, be’ l’anno scorso e’ stata comprata da… indovinate un po’ … Google.

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